venerdì, Marzo 29, 2024

La Garante dell’infanzia della Toscana. Green Pass? Evitare discriminazioni tra i bambini

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di Stefano Pezzola

Evitare ogni forma di discriminazione, anche indiretta. Le norme vanno attentamente mediate e calibrate per garantire equa tutela. Soprattutto se rivolte a persone di minore età che, dopo due anni di emergenza sanitaria, continuano a scontare tutto il disagio e le drammatiche conseguenze della marginalizzazione”.

È un appello forte quello che lancia la Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi.

Una richiesta di reale attenzione verso “soggetti invisibili a cui sono state richieste rinunce e sacrifici altissimi in un delicato e fondamentale momento di crescita e sviluppo. Ciò ha ed avrà comprovate ricadute negative sul benessere fisico e mentale, incidendo pertanto gravemente sulla loro vita e su quella di una comunità intera”.

L’appello nasce dalla presa di posizione di molti genitori che nelle loro segnalazioni alla Garante sottolineano che dopo due anni senza socialità e condivisione, senza attività fisica e ricreativa, senza insegnamento reale, due decreti del governo stanno limitando fortemente diritti costituzionali quali l’istruzione e l’educazione o l’accesso ad attività sociali.

Il decreto legge 229/2021 vieta le attività sportive, culturali e ricreative ad oltre 28mila ragazze e ragazzi con certificazione verde con vaccinazione in scadenza o non vaccinati per motivi di varia natura.

Il decreto (5/2022) poi, disciplina la gestione dei casi di positività a scuola introducendo “misure differenziate” a seconda dello stato vaccinale degli alunni.

Queste misure, adottate evidentemente per contrastare e contenere la diffusione dell’infezione da Covid, sono prese a garanzia della salute pubblica “ma esiste anche il diritto allo sport e all’educazione. La condizione vaccinale delle persone di minore età non può essere un discrimine al godimento di diritti costituzionali ampiamente sanciti e riconosciuti. Peraltro non esiste obbligo di immunizzazione per questa fascia di età ed essendo minori non hanno neanche facoltà di scelta” fa notare la Garante investita da centinaia di richieste di aiuto di genitori.

Sono quasi 10mila quelli che, in tutta Italia, hanno cercato una interlocuzione col Governo e che oggi stanno avviando azioni legali perché rimasti inascoltati.

Gli stessi e altri ancora hanno scritto, e stanno ancora scrivendo, a Bianchi che nel rispetto delle proprie competenze – secondo la legge 26/2010 la Garante non ha alcun potere normativo sia primario che secondario – sta portando avanti, non da oggi peraltro e non solo per queste specifiche problematiche, una “convinta attività propositiva e di sensibilizzazione verso i vari livelli istituzionali, evidenziando le molteplici criticità che stanno ancora vivendo le persone di minore età”.

Sulle limitazioni a sport e didattica in presenza in particolare, Bianchi ha inviato due lettere al Governo nazionale e regionale rappresentando la posizione di questi genitori.

In merito al decreto 229 tutti ritengono – ha riportato la Garante nelle missive inviate al presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, ai ministri dell’Istruzione  e della Salute Patrizio Bianchi e Roberto Speranza, alla sottosegretaria con delega allo Sport Valentina Vezzali, ai presidenti di Giunta e Consiglio della Toscana Eugenio Giani e Antonio Mazzeo, agli assessori regionali alla Sanità, all’Istruzione e alle Politiche sociali Simone Bezzini, Alessandra Nardini e Serena Spinelli e a tutti i consiglieri dell’Assemblea legislativa toscana – ingiustificato e ingiustificabile non aver considerato quanto lo sport sia fondamentale nella crescita dei giovani e nella formazione dei futuri cittadini italiani e non si sia di conseguenza ritenuto doveroso mettere in atto ogni sforzo perché nessun ragazzo che pratica attività sportiva debba essere fermato, piuttosto che incoraggiato e sostenuto ad andare avanti”.

È necessario che le autorità competenti, scrive la Garante “prevedano disposizioni normative che, efficacemente mediate e calibrate, siano in grado di ridurre in modo significativo le gravi criticità che le persone di minore età stanno attraversando”. Anche per “garantire equamente, e non in modo differenziato”, diritti fondamentali chiaramente indicati e tutelati dall’articolo 3 comma 1 della Convenzione Internazionale sui Diritti del Fanciullo, ratificata dall’Italia con la legge 176/1991, in cui si dispone espressamente che “in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente”. 

Bianchi ricorda anche la “netta posizione assunta da Amnesty International, con cui si esorta il Governo Italiano a non utilizzare il green pass a scopi discriminatori”.

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