venerdì, Marzo 29, 2024

Lucia Annibali: “Io ci sono: la mia storia di non amore”

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di Laura Privileggi

Lucia Annibali domenica 18 settembre era a Figline per parlare di una piaga che sta dilagando senza tregua nel nostro paese: la violenza sulle donne ed i femminicidi.

Soltanto dopo poche ore  dall’Incontro con l’avvocato Annibali, in Toscana  la cronaca si tinge nuovamente di nero:

“I carabinieri della stazione di Signa sono intervenuti in una abitazione del centro cittadino dove si era verificato un omicidio di una donna di 46 anni.  Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della SIS del Reparto operativo per l’attività di sopralluogo e il PM di turno della Repubblica di Firenze, dottor Bertoni, che ha assunto la direzione delle indagini. Indagini  che  hanno formalizzato da parte dei Carabinieri il fermo del presunto autore dell’omicidio.”

“ All’esito dei preliminari accertamenti investigativi e tecnici condotti nella giornata  di mercoledì  21 settembre sul conto del fratello della vittima da parte dei carabinieri della Compagnia di Signa,  lo stesso è stato dichiarato dai militari dell’arma in stato di fermo. Il delitto parrebbe essere maturato nell’ambito dei rapporti  familiari dei due.”  E’ questo il quadro che per ora si presenta ai nostri occhi, un quadro che avrebbe condotto a una discussione tra i due fratelli poi degenerata con l’omicidio della donna. Si attende l’esame autoptico e le esatte tempistiche dei fatti.”

Dunque, un comunicato arrivato nelle redazioni inviato dall’arma dei Carabinieri,  freddo, un altro  duro comunicato stampa  da leggere,  da pubblicare, ormai quasi una routine, un macabro ritmo delle nostre vite da non accettare.

Lucia Annibali avvocato, giorni or sono era a  Figline per raccontare la sua storia,  per parlare della violenza sulle donne, per “insegnarci” se fosse possibile, a capire e  a leggere gli eventuali  segnali di pericolo:

“ 16 aprile 2013, una sera qualunque. Lucia, una giovane avvocatessa di Pesaro, torna a casa dopo essere stata in piscina. Ad attenderla, dentro il suo appartamento, trova un uomo incappuccialo che le tira in faccia dell’acido sfigurandola. Le ustioni, devastanti, corrodono anche il dorso della sua mano destra. Quella stessa notte viene arrestato come mandante dell’aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione troncata da lei nell’agosto del 2012 e che, secondo la magistratura, aveva assoldato per l’agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. Come avviene in molti, troppi episodi di violenza contro le donne, anche in questo caso è stato l’abbandono a innescare la miccia del risentimento. Lo schema è purtroppo “classico”: il possesso scambiato per amore, la rabbia che diventa ferocia, fino all’essenza della crudeltà: l’acido in faccia.”

“In questo libro Lucia Annibali ripercorre la sua storia con quell’uomo, dal corteggiamento al processo (“Il tempo con lui è stato una bestia che digrignava i denti e io mi lasciavo sbranare”); passa in rassegna i momenti dell’emozione e quelli della sofferenza; racconta l’acido che scioglieva il suo viso (“Un minuto dopo la belva era ammaestrata”) e poi i mesi bui e dolorosissimi, segnati anche dal rischio di rimanere cieca. Per la sua tenacia, la sua determinazione e il coraggio di mostrarsi, oggi Lucia è diventata un’icona, punto di riferimento per tutte le altre donne.”

Questa che abbiamo appena letto è la  recensione del suo libro scritto nove anni fa ma sempre attuale per i contenuti drammatici.  Il 9 agosto 2019 è entrata in vigore la legge n. 69 detta “Codice Rosso”che introduce modifiche al codice penale al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. La finalità del Codice Rosso è quella di non solo punire gli autori dei crimini  ma anche dare sostegno e proteggere le vittime. Tutto ciò è sufficiente? Le leggi attuali assicurano supporto  diretto alle donne? Lo abbiamo chiesto a Lucia Annibali.

“Io ci sono la mia storia di non amore.” E’ impensabile non conoscere questo dramma è stato detto, una racconto che lascia il segno dentro ad ognuno di noi, sia uomini che donne, come dice Lucia durante l’intervista, perché nessuno nasce evoluto. Proteggersi con una  “corazza” serve dopo un fatto del genere le chiediamo, serve a tutelare il nostro cuore? No,  il cuore deve rimanere libero da catene, paure o pregiudizi, sottolinea Lucia Annibali, si deve continuare ad amare.

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