Siamo alla fine del mese di settembre ma le temperature ci riportano indietro con il calendario, in piena estate, è anche per il caldo che la campagna olivicola in provincia di Arezzo si avvicina a grandi passi in un anno segnato dall’emergenza Coronavirus che ha sconvolto produzione e mercati. Mentre in Sicilia la campagna si apre oggi, i frantoi aretini, si stanno preparando per avviare i lavori fin dai primi giorni di ottobre.
“Al momento la produzione si prospetta abbondante e con ottime premesse dal punto di vista qualitativo – spiegano Marco Roselli e Rodolfo Caporali, dell’Area Tecnica di Coldiretti – anche le principali malattie dell’olivo sono state controllate dai produttori, compresa la temuta mosca olearia (Bactrocera oleae), monitorata con particolare attenzione fin dall’inizio dell’allegagione dai nostri servizi di assistenza tecnica”.
Una boccata d’ossigeno per le aziende agricole che lo scorso anno, in alcuni casi non hanno nemmeno fatto la raccolta e alcuni frantoi hanno tenuto chiuso, registrando un annata tra le peggiori di sempre.
“Il 2020 avrà una produzione straordinaria di circa 120-140% rispetto ad una campagna ordinaria – proseguono i tecnici di Coldiretti – per più motivi, la campagna 2019 è stata davvero scarsa, molte piante non sono state gestite correttamente e non sono state potate a causa del Covid e quindi adesso hanno moltissimi rami produttivi”.
In un anno particolarmente complicato a causa dell’emergenza sanitaria, a pesare è stato soprattutto il crollo delle vendite per la chiusura del canale della ristorazione, che rappresenta uno sbocco importante per l’olio Made in Italy. Ma la pandemia fa sentire i suoi effetti anche con la necessità di garantire una raccolta sicura con il rispetto rigoroso delle norme anti contagio.
“Il periodo di raccolta – affermano Caporali e Roselli – coincide con l’invaiatura delle olive da valutarsi a seconda delle varie cultivar e dell’ubicazione dell’oliveto, chiaramente la resa in olio aumenta con la maturazione dell’oliva, ma è ormai appurato che il mantenimento delle caratteristiche organolettiche dell’olio di oliva è assicurato da una non eccessiva permanenza in pianta dei frutti. In termini pratici tale aspetto coincide con una invaiatura non troppo avanzata – proseguono i tecnici – tuttavia, ciò non significa che si debbano molire olive ancora quasi completamente verdi, in quanto si otterrebbe una scarsa resa in olio, con dei componenti aromatici e gustativi non maturi ed eccessivamente aggressivi”.
“Proprio questa mattina Coldiretti ha presentato il rapporto “L’olio italiano al tempo del Coronavirus” – commenta Lidia Castellucci Presidente di Coldiretti Arezzo – contenente le prime previsioni sul raccolto 2020-2021 elaborate da Coldiretti, Unaprol e Ismea, invitiamo i consumatori a scegliere prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio, il consiglio è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100% da olive italiane o di scegliere direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove – ricorda il Presidente – è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive”.