Il motivo della visita è stato appunto quello di approfondire alcune buone pratiche per la difesa delle greggi dagli attacchi.
In Australia non è presente il lupo, ma un altro predatore – il dingo – e alcuni allevatori hanno deciso di utilizzare proprio il cane italiano.
La comitiva ha visitato due aziende – Casa Righi di Gianluca Sestini e il Casone di Cosimo Boschi – che utilizzano questo presidio di protezione del bestiame.
Il Parco ha avuto modo di descrivere i progetti “Il cane da guardiania” – che si svolge in collaborazione con l’associazione Difesattiva, garantendo il supporto tecnico e le cure veterinarie, e con la fondazione Capellino/Almo Nature, che permette il sostentamento dei cani degli allevatori con mangime di alta qualità – e Pasturs, che si svolge da giugno a settembre e propone il coinvolgimento di volontari per promuovere attivamente l’utilizzo di misure di prevenzione danni dai grandi predatori e supportare il lavoro di aziende zootecniche virtuose.
La giornata si è chiusa con la visita al museo dell’Arte della lana di Stia, poiché l’allevamento ovino australiano è orientato alla produzione della lana e rifornisce anche il mercato italiano.