mercoledì, Ottobre 8, 2025

“Homo Faber”: uno spettacolo di comunità sulla storia di Raggiolo

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Sabato 23 agosto, alle 21.00, il borgo casentinese diventerà un grande teatro a cielo aperto dove andrà in scena “Homo Faber – La singolar tenzone tra il filo di lana e il bastone” che darà compimento a un progetto unico nel suo genere nel panorama nazionale.

Il percorso, promosso dalla Brigata di Raggiolo con i contributi di Fondazione CR Firenze e Cesvot, ha infatti aggregato e coinvolto l’intera comunità raggiolatta:

il teatro è diventato uno strumento per consolidare legami, lavorare insieme, vivere il borgo per tutto l’anno, condividere memorie e dare vita a un processo creativo collettivo per la scrittura del testo, la messa in scena dello spettacolo e la realizzazione di costumi e scenografie.

Il progetto di “Homo Faber”, giunto alla seconda edizione, ha preso il via nel mese di febbraio con una prima fase laboratoriale che è stata professionalmente coordinata dalla direzione artistica di Aldo Milea e Ilaria Passeri.

In questa fase, i partecipanti hanno messo in comune idee, studi e conoscenze per la realizzazione di una drammaturgia originale ispirata a storia locale e antiche attività economiche, ponendo in campo energie, interessi, talenti e competenze per scrivere il testo originale “La singolar tenzone tra il filo di lana e il bastone” e per trasformarlo in un vero e proprio spettacolo che sarà condiviso nella serata del 23 agosto.

La vicenda narrata trae ispirazione da un fatto storico realmente avvenuto a Raggiolo:

lo scontro, radicato nella memoria collettiva, tra pastori transumanti e fabbri, due mondi produttivi entrambi legati al territorio ma portatori di visioni economiche, culturali e sociali differenti.

Tutto questo, attualizzato e trasposto in un futuro post-apocalittico dove l’esaurimento irreversibile delle risorse naturali e tecnologiche impone riflessioni sui temi della sostenibilità, del rapporto uomo-natura e dei possibili modelli sociali.

«“Homo Faber” – spiega Franco Franceschini, presidente della Brigata di Raggiolo, – è un “laboratorio sociale” che rigenera il borgo attraverso il recupero dei saperi artigianali e delle tradizioni.

In un territorio montano fragile, queste iniziative creano coesione intergenerazionale, promuovono inclusione, rafforzano legami comunitari e valorizzano l’identità locale, trasformando la tradizione in motore di innovazione sociale e sviluppo sostenibile condiviso.

Questo spettacolo sarà il momento corale in cui la comunità metterà in scena la propria storia e la propria creatività».

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