venerdì, Settembre 22, 2023

Ortopedia, nuovo futuro per lo “scheletro” del San Donato

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Frattura al femore, intervento chirurgico, 3 giorni di ricovero. E poi a casa. Non una paziente qualsiasi ma una donna di 101 anni.
“L’ortopedia ha fatto importanti passi in avanti – ricorda Roberto Redi, neo Direttore dell’ortopedia del San Donato. Solo fino a pochi decenni fa  l’ortopedico poteva contare su mezzi ancora piuttosto ”rudimentali” per il trattamento delle patologie sia ortopediche che traumatologiche. Questa branca specialistica è cresciuta con il crescere delle conoscenze e della professionalità degli operatori, con l’ingegnerizzazione ed in ultimo con l’introduzione della chirurgia robotica. Il nostro reparto è ormai allineato agli standard più elevati”.
Oltre 1.500 interventi all’anno, in grado di garantire anche il trattamento di pazienti che presentino fratture complesse a carico dell’arto superiore, dell’arto inferiore, della colonna vertebrale e del bacino. E poi la chirurgia della patologia artrosica dell’anca, del ginocchio e della spalla effettuata mediante l’impianto di protesi di ultima generazione; in ultimo, ma non meno importante, la chirurgia del piede e della mano.

“Il nostro gruppo di ortopedici – ricorda Redi – sta lavorando al rafforzamento dello spirito di squadra e delle motivazioni professionali. Tutti sanno trattare il paziente traumatizzato ma ognuno di noi si sta anche specializzando in un ambito specifico, per dare ai pazienti risposte sempre meno invasive e più qualificate. Ad esempio il trattamento artroscopico e non delle patologie a carico della spalla e del ginocchio, il trattamento di patologie della colonna vertebrale, etc …”.
Elemento di eccellenza è la chirurgia robotica: “viene utilizzata per le protesi totali e parziali di ginocchio, anca e, tra poco, anche della spalla.  Il braccio robotico ci permette di eseguire sul paziente quello che abbiamo pianificato sul software. La precisione è estrema: il margine di errore è di 1 millimetro. Se lo superiamo, il sistema si blocca  e questo evita di arrecare involontari danni al paziente. I vantaggi non si fermano qui. Ricordo la diminuzione dei rischi di infezione, la riduzione dei tempi di degenza, la possibilità di recuperare più velocemente. Senza dimenticare che la maggiore precisione che consente il robot permette di allungare la durata delle protesi che sono state impiantate”.

“Siamo un punto di riferimento che si consolida sempre di più – conclude Redi. Il San Donato è stato valutato come il 18esimo ospedale italiano e il secondo in  Toscana: facciamo parte di un grande gruppo di professionisti che lavorano con la volontà di dare un proprio contributo, sempre più forte, alla crescita dell’ospedale San Donato e della sanità aretina tutta”.

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I pensionati Spi diventano volontari del Parco del Casentino

In autunno la formazione e nel 2024 le attività. I pensionati dello Spi Cgil diventano volontari del Parco nazionale delle foreste casentinesi. “Le attività saranno molte – ha annunciato stamani Fiorenzo Pistolesi, responsabile della lega Spi di Bibbiena e Casentino. Supporto nella gestione della fauna, informazioni ai visitatori, presidio nei territori più sensibili, monitoraggio ambientale, … In autunno avremo le prime tre giornate di formazione dei nostri volontari che nel 2024 saranno a disposizione del Parco”. Protagonista della formazione sarà la cooperativa che segue le attività dei volontari per la Direzione del Parco: In Quiete. Il vice presidente Andrea Gambassini: […]

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